Certo non è tempo di facili speranze, ma bisogna reagire all’idea che ci sia poco da fare, perchè questo condurrebbe rapidamente alla rassegnazione.Ci sono troppe cose da fare per potersi concedere il lusso di aspettare gli eventi. Anzi è proprio dall’incertezza del futuro che bisogna trarre spunto e stimoli per un nostro maggiore impegno e combattività.
Abbiamo saputo superare nel corso della storia del nostro Paese momenti drammatici che si sono ripresentati nel secondo dopoguerra con le stagioni della strategia della tensione e del terrorismo.
Non dobbiamo perdere la speranza ma tenere viva la tensione ideale per un mondo migliore. E’ questo il messaggio del 31 maggio 1985 trasmessoci da Padre Davide Maria Turoldo di cui quest’anno ricorre il centenario della nascista: “Tra i morti della Resistenza vi erano seguaci di tutte le fedi . Ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo, eppure nella libertà e nella dignità umana si sentivano fratelli. Volevano costruire un mondo giusto, dove tutti gli uomini vivano del proprio lavoro. Ecco, io vorrei che questo fosse il vero messaggio: la Resistenza non è finita; è stata frutto di pochi precursori, che avevano seminato durante un ventennio, ma è stata anche una più vasta semente per l’avvenire. La Resistenza non ha solo un tempo, la Resistenza è anche adesso, è un fatto dello spirito.” E concludeva “non dobbiamo scoraggiarci.”
Non dobbiamo perdere la speranza ma continuare la battaglia per la libertà, per la democrazia, per la difesa e attuazione della Costituzione, per la costruzione di una società più giusta, se vogliamo raccogliere l’eredità spirituale dei Combattenti per la Libertà. Questo è l’impegnativo compito che ci attende.
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