18. Crisi economica e quadro italiano

Rispetto al 2011 il quadro è cambiato. Berlusconi non c’è quasi più, ma i disvlaori alla base di quella stagione sono penetrati profondamente nella società italiana. C’è un’orda selvaggia a destra, che avanza proponendo i peggiori richiami alla xenofobia e al razzismo.
L’Italia nel 2015 cresce dello 0,7%. In realtà, la ripresa sia pur faticosa, investe tutta l’Europa; e la ripresa italiana è la metà di quella europea. La Germania cresce dell’1,7% con la disoccupazione al 6%. Il dato assoluto dei disoccupati in Italia (11,5%) resta impressionante (quasi 3 milioni) con la disoccupazione giovanile al 40%. Aumentano le disuguaglianze sociali; ed è estremamente preoccupante il dato secondo il quale il 28% degli italiani si starebbe sempre più avvicinando al livello della povertà. Dalla crisi non sono stati colpiti solo gli strati sociali più deboli, ma anche quelli che un tempo godevano di un minimo di sicurezza sul piano economico e sociale.
Nel nostro Paese gli ultimi atti effettivi di politica industriale sono stati compiuti attorno al 1970. Mentre la Germania, la Francia, il Regno Unito possiedono venti/trenta grandi imprese industriali tra le prime cinquecento nel mondo, l’Italia ne ha soltanto due o tre. Bisogna rafforzare le pochissime grandi imprese che ci restano e soprattutto puntare sullo sviluppo delle circa quattromila piccole e medie aziende. Ha largamente dominato, in Italia, l’idea che la nostra economia potesse passare quasi per intero ai servizi, privilegiando quelli a minor contenuto tecnologico. Si è insistito sul made in Italy, ma in nome appunto dell’idea che in fondo dell’industria si poteva fare a meno: bastava disegnare un bell’abito ed era fatta. Si è proseguito con la frettolosa demolizione di istituti come l’IRI, istituito nel 1933, che ha significato svendere gioielli come il Nuovo Pignone (industria meccanica).
Abbiamo lasciato scomparire interi settori produttivi nei quali si è stati tra i primi nelle classifiche internazionali, lasciando cadere l’informatica, la chimica, l’elettronica, l’elettrotecnica.