La necessità di costruire un’Europa unita politicamente e socialmente, così come prefigurata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni si pone in maniera particolarmente urgente in un mondo sempre più globalizzato.
Quella che però stiamo vivendo è la prima grande crisi che colpisce l’Europa dopo l’istituzione dell’Euro, cui non ha fatto seguito l’unità politica e sociale del nostro continente. E’ difficile vedere una via d’uscita per il vecchio continente se predominano le spinte liberiste e l’Europa rimane prigioniera di una politica di austerità restrittiva e deflazionistica. Come Popper ci ha insegnato, nelle crisi, ognuno si rivolge all’autorità più vicina per trovare soluzioni adeguate. Ma la realtà è costituita dal fatto che nessuno di noi da solo ha le risorse per riuscire a garantirsi un futuro per le proprie generazioni. E’ questo l’argomento forte del bisogno d’Europa. Ma per farlo bisogna tornare a riscoprire l’Europa degli esordi: si volle allora mettere fine alle guerre tra potenze dopo due conflitti, ma anche alla povertà e alle sofferenze della gente.
Occorrerebbe un forte segnale di contrarietà alla politica di austerità, ostile a un aumento delle risorse comunitarie, che consenta quei piani europei di investimento che Jacques Delors propose invano sin dal 1993-1994. L’impressione è invece che i Paesi europei più esposti alla crisi non siano in grado di esprimere un progetto politico unitario a favore dello sviluppo e del lavoro.